Luis Silvio

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    Eccolo al suo arrivo all'aeroporto di Roma.

    Edited by Gabriele.Orange - 21/11/2008, 22:45
     
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  2. ric671
     
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    l'unica cosa buona che fece in tutto il campionato un cross sulla destra con l'udinese!!!
     
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  3. forza arancioni
     
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    http://www.sportmediaset.it/calcio/sondagg...daggio572.shtml

    guardate un po qui e votate
     
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  4. vecchiostileC.N.
     
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    CITAZIONE (forza arancioni @ 15/10/2008, 14:01)

    HAI TROVO UNA PERLA
    ora tutti i giorni lo voto
     
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  5. God's_Voice
     
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    VOTATE TUTTI I GIORNI PER LUIS SILVIO!!! SUSU!!!!!
     
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  7. borntobeking
     
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    vi regalo questa cosa che scrissi qualche anno fa, il tono è ironico ma grosso modo è tutto vero.

    Serie A, 1980/81, Luis Silvio Danuello, nato il 28/1/1960 a Julio Mesquita (Brasile), presenze 6, goal zero.
    La vera storia del "fenomeno".
    Anno fantastico il 1979, l’Inter vinceva il penultimo scudetto della sua storia e la Pistoiese veniva promossa dalla sere B per disputare il suo primo ed unico campionato nella massima divisione.
    La società era guidata da un uomo che dalle nostre parti era, ed è, una leggenda Marcello Melani.
    Il “Faraone” aveva una faccia che ricordava Salvator Dalì ed in città si favoleggiava sulla sua “immensa” ricchezza, ricordo che per un certo periodo girò la voce che volesse addirittura fare un canale da Pistoia al mare per portare la barca sotto casa. Nel 1974 aveva preso, in serie D, una società allo sbando ed in una tumultuosa conferenza stampa aveva dichiarato: “seguitemi, ed in 5 anni vi porterò in serie A” e così fece, anche se nessuno sa spiegarsi come.
    Fatto sta che con competenza e fortuna era sempre riuscito ad assemblare squadre di tutto rispetto spendendo ben poco ed in quella estate del 1980 si trovava allo stesso tavolo dei vari Boniperti, Viola e Fraizzoli ecc.
    Si lanciò nella nuova avventura con lo stesso ardore di sempre e costruì un gruppo che definire esperto era un eufemismo. L’ossatura era composta dai senatori Bellugi, Lippi, Frustalupi e Rognoni, quasi 150 anni in quattro, a questi si sommavano una serie di mestieranti in cerca di riscatto, Mascella, Zagano, Agostinelli, Marchi e Borgo, più una pattuglia di giovani di belle speranze, ma di scarsi mezzi, il tutto in mano ad un allenatore esordiente a qualsiasi livello, Lido Vieri.
    Il 1980 fu anche l’anno della riapertura delle frontiere, era permesso uno straniero per squadra, ed i team più ricchi si erano mossi per prendere i pezzi migliori, al Napoli l’olandese Krol, alla Juve l’irlandese Brady, all’Inter l’austriaco Prohaska, il “Faraone” stava alla finestra e noi tifosi fremevamo alle voci del calciomercato. In un primo tempo sembrava fatta per l’attempata ala destra della nazionale polacca, il pelato Lato, poi cominciarono a rincorrersi voci su esotici brasiliani, i ben informati dicevano che avevamo in mano Eneas, il colored che poi finì al Bologna, ma il tempo passava e niente succedeva, fino a che, un giorno, fu deciso di inviare l’allenatore in seconda, l’esperto Malavasi, in Brasile per tornare con l’uomo giusto in valigia.
    E così fu, dal Ponte Preta venne prelevato quello che, senza tema di smentita, è da tutti considerato il più grande bidone che abbia mai calcato gli italici templi del pallone, il “promettente attaccante” Luis Silvio Danuello.
    Narra la leggenda che il Malavasi, nella terra della topa, della samba e del calcio, fosse interessato più alle prime due cose che alla terza. L’ignaro “vice” cadde nella trappola ordita da qualche astuto procuratore, accompagnato da una squadra di procaci ballerine fu portato a vedere una amichevole truccata, dove il “nostro eroe” segnò addirittura una tripletta giocando praticamente da solo.
    Il Malavasi, obnubilato dalla “caipirina” e dal culo in perenne movimento delle ballerine telefonò al “principale” e gli disse: “ho per le mani un fenomeno che costa un terzo di Eneas e segna il triplo, che faccio?”, il vecchio marpione del calciomercato fiutò l’affare e senza esitazioni rispose “o lo porti in Italia oppure in Brasile ti ci rispedisco a calci nel culo!”.
    Luis Silvio Danuello, ventenne, sposato con prole e con il sogno di viaggiare fu caricato in classe turistica sullo stesso volo che portava in Italia l’ottavo re di Roma Carlos Roberto Falcao e fece il suo ingresso nel dorato mondo del calcio.
    A Pistoia la notizia dell’ingaggio di un giovane ma promettente brasileiro, che già aveva esordito nelle nazionali minori, si sparse a macchia d’olio. Nessuno si curò del fatto che, Falcao, nella sua prima conferenza stampa italiana ad una domanda sul fatto che avessero volato sullo stesso aereo, ma in classe diversa, giurasse di non averlo mai ne visto ne sentito nominare prima di allora.
    Al primo allenamento eravamo in cinquemila, Luis fece il suo ingresso in campo seguito dal fido interprete Gambetta e ci fu un boato. Raccolse un pallone e come ogni brasiliano che si rispetti iniziò a palleggiare, un tocco, un altro ed oops la palla cadde a terra, un tocco, un altro ed oops…. un tocco ed oops, dopo il terzo tentativo non riuscito di palleggio cominciò a sentirsi un brusio, ma la colpa venne unanimemente data al Jet Lag.
    Luis Silvio era descritto dai giornali locali come un’ala ficcante e veloce, veniva accreditato di un 10,5 manuale sui 100 metri, non un goleador ma uno che avrebbe rifornito di palloni la punta Quattrini (chi era costui?) ed avrebbe segnato almeno una decina di reti.
    Dopo aver visto qualche allenamento i tifosi più esperti cominciarono a nutrire sospetti non solo sul fatto che, il nostro, non sapesse palleggiare, ma che avesse anche dei grossi problemi nel correre senza inciampare, debbo dire che io non ero tra questi, anzi, continuavo a sperare in una tardiva esplosione.
    Nel frattempo “il mito” si stava ambientando e pur non riuscendo a convincere gli scettici “marpioni” della tribuna faceva riscontrare un notevole successo nei rapporti con il gentil sesso.
    Iniziò il campionato, alla prima partita in casa Luis Silvio ricevette il pallone a centrocampo, fece una discesa sulla fascia, poi incespicò e cadde al momento di crossare…. questa credo sia stata l’unica azione degna di nota del “nostro” nel campionato di serie A 1980/81.
    Dopo poche giornate Lido Vieri fu esonerato ed al suo posto venne chiamato l’ex ct della nazionale Mondino Fabbri, il primo rovinato dalla Corea, il quale dopo averlo osservato bene in allenamento portò “il fenomeno”, con interprete al seguito, in tribuna e gli disse: “che te ne pare? ci vedi bene da qui?”, da allora quello fu il suo posto in squadra. Neppure nei momenti di maggior crisi, e ce ne furono visto che la Pistoiese finì il campionato all’ultimo posto subendo ben 20 sconfitte, ebbe mai la tentazione di provare a rimetterlo in campo.
    Finito qui? Assolutamente no! Cercando Luis Silvio con Google si trovano diverse storie sul fatto che sia stato la bufala più grande tra i calciatori stranieri che abbiano mai giocato in Italia, e che una volta terminato il campionato sia tornato in Brasile a fare il barista oppure a vendere gelati allo stadio di Pistoia a seconda delle versioni.
    Tutto sbagliato! Luis Silvio l’anno successivo si trovava ancora a Pistoia, dopo aver rispedito la famigliola in Brasile si era trasferito, controvoglia, nella foresteria in via Curtatone e Montanara assieme ai ragazzi delle giovanili in quanto rifiutava di andarsene perché sosteneva di essere in credito con la società di un bel mucchietto di lire.
    Il braccio di ferro con il “faraone” andò avanti per quasi tutta la stagione successiva, fino a quando, oramai stufo accettò un biglietto di sola andata per Rio e se ne tornò al paesello suo, comunque, visto che a quei tempi con gli amici ci trovavamo spesso proprio di fronte alla suddetta foresteria, posso testimoniare che, nel periodo li passato, nonostante la saudade il nostro Luis continuò con successo a fare la cosa che gli riusciva meglio… spesso ci capitava di vedere il nostro eroe smarcarsi veloce sulla fascia ed imbucarsi nel portone con qualche nostra concittadina al traino…
    In internet è possibile trovare qualche pagina in portoghese che testimonia della carriera di Luis Silvio Danuello, il quale, dopo aver esordito nel Marilia Atletico Club, la squadra della sua città, ed aver vinto un campionato giovanile era stato acquistato dal Palmeiras e girato al Ponte Preta, squadra di prima divisione. Dopo la parentesi italica, tornato in Brazil, per un po’ di tempo se ne perdono le tracce, salvo poi ritrovarlo nel 1989 nel Sao Josè Esporte Clube come vice campione Paulista e nell’anno successivo, mi sembra di capire sia arrivato sempre secondo nel campionato del Paranà probabilmente con il Maringà.
    Nel complesso il sito “futebolinterior“ lo descrive come giocatore di media caratura, molto veloce e pericoloso in contropiede, che abbia imparato a correre oltre che a trombare come un riccio?
     
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    C'è solo la Pistoiese!

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    ma la società si fece rimborsare dall'allenatore in seconda per il più grosso bidone d'italia??
     
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  9. God's_Voice
     
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    CITAZIONE (borntobeking @ 15/3/2010, 12:24)
    vi regalo questa cosa che scrissi qualche anno fa, il tono è ironico ma grosso modo è tutto vero.

    Serie A, 1980/81, Luis Silvio Danuello, nato il 28/1/1960 a Julio Mesquita (Brasile), presenze 6, goal zero.
    La vera storia del "fenomeno".
    Anno fantastico il 1979, l’Inter vinceva il penultimo scudetto della sua storia e la Pistoiese veniva promossa dalla sere B per disputare il suo primo ed unico campionato nella massima divisione.
    La società era guidata da un uomo che dalle nostre parti era, ed è, una leggenda Marcello Melani.
    Il “Faraone” aveva una faccia che ricordava Salvator Dalì ed in città si favoleggiava sulla sua “immensa” ricchezza, ricordo che per un certo periodo girò la voce che volesse addirittura fare un canale da Pistoia al mare per portare la barca sotto casa. Nel 1974 aveva preso, in serie D, una società allo sbando ed in una tumultuosa conferenza stampa aveva dichiarato: “seguitemi, ed in 5 anni vi porterò in serie A” e così fece, anche se nessuno sa spiegarsi come.
    Fatto sta che con competenza e fortuna era sempre riuscito ad assemblare squadre di tutto rispetto spendendo ben poco ed in quella estate del 1980 si trovava allo stesso tavolo dei vari Boniperti, Viola e Fraizzoli ecc.
    Si lanciò nella nuova avventura con lo stesso ardore di sempre e costruì un gruppo che definire esperto era un eufemismo. L’ossatura era composta dai senatori Bellugi, Lippi, Frustalupi e Rognoni, quasi 150 anni in quattro, a questi si sommavano una serie di mestieranti in cerca di riscatto, Mascella, Zagano, Agostinelli, Marchi e Borgo, più una pattuglia di giovani di belle speranze, ma di scarsi mezzi, il tutto in mano ad un allenatore esordiente a qualsiasi livello, Lido Vieri.
    Il 1980 fu anche l’anno della riapertura delle frontiere, era permesso uno straniero per squadra, ed i team più ricchi si erano mossi per prendere i pezzi migliori, al Napoli l’olandese Krol, alla Juve l’irlandese Brady, all’Inter l’austriaco Prohaska, il “Faraone” stava alla finestra e noi tifosi fremevamo alle voci del calciomercato. In un primo tempo sembrava fatta per l’attempata ala destra della nazionale polacca, il pelato Lato, poi cominciarono a rincorrersi voci su esotici brasiliani, i ben informati dicevano che avevamo in mano Eneas, il colored che poi finì al Bologna, ma il tempo passava e niente succedeva, fino a che, un giorno, fu deciso di inviare l’allenatore in seconda, l’esperto Malavasi, in Brasile per tornare con l’uomo giusto in valigia.
    E così fu, dal Ponte Preta venne prelevato quello che, senza tema di smentita, è da tutti considerato il più grande bidone che abbia mai calcato gli italici templi del pallone, il “promettente attaccante” Luis Silvio Danuello.
    Narra la leggenda che il Malavasi, nella terra della topa, della samba e del calcio, fosse interessato più alle prime due cose che alla terza. L’ignaro “vice” cadde nella trappola ordita da qualche astuto procuratore, accompagnato da una squadra di procaci ballerine fu portato a vedere una amichevole truccata, dove il “nostro eroe” segnò addirittura una tripletta giocando praticamente da solo.
    Il Malavasi, obnubilato dalla “caipirina” e dal culo in perenne movimento delle ballerine telefonò al “principale” e gli disse: “ho per le mani un fenomeno che costa un terzo di Eneas e segna il triplo, che faccio?”, il vecchio marpione del calciomercato fiutò l’affare e senza esitazioni rispose “o lo porti in Italia oppure in Brasile ti ci rispedisco a calci nel culo!”.
    Luis Silvio Danuello, ventenne, sposato con prole e con il sogno di viaggiare fu caricato in classe turistica sullo stesso volo che portava in Italia l’ottavo re di Roma Carlos Roberto Falcao e fece il suo ingresso nel dorato mondo del calcio.
    A Pistoia la notizia dell’ingaggio di un giovane ma promettente brasileiro, che già aveva esordito nelle nazionali minori, si sparse a macchia d’olio. Nessuno si curò del fatto che, Falcao, nella sua prima conferenza stampa italiana ad una domanda sul fatto che avessero volato sullo stesso aereo, ma in classe diversa, giurasse di non averlo mai ne visto ne sentito nominare prima di allora.
    Al primo allenamento eravamo in cinquemila, Luis fece il suo ingresso in campo seguito dal fido interprete Gambetta e ci fu un boato. Raccolse un pallone e come ogni brasiliano che si rispetti iniziò a palleggiare, un tocco, un altro ed oops la palla cadde a terra, un tocco, un altro ed oops…. un tocco ed oops, dopo il terzo tentativo non riuscito di palleggio cominciò a sentirsi un brusio, ma la colpa venne unanimemente data al Jet Lag.
    Luis Silvio era descritto dai giornali locali come un’ala ficcante e veloce, veniva accreditato di un 10,5 manuale sui 100 metri, non un goleador ma uno che avrebbe rifornito di palloni la punta Quattrini (chi era costui?) ed avrebbe segnato almeno una decina di reti.
    Dopo aver visto qualche allenamento i tifosi più esperti cominciarono a nutrire sospetti non solo sul fatto che, il nostro, non sapesse palleggiare, ma che avesse anche dei grossi problemi nel correre senza inciampare, debbo dire che io non ero tra questi, anzi, continuavo a sperare in una tardiva esplosione.
    Nel frattempo “il mito” si stava ambientando e pur non riuscendo a convincere gli scettici “marpioni” della tribuna faceva riscontrare un notevole successo nei rapporti con il gentil sesso.
    Iniziò il campionato, alla prima partita in casa Luis Silvio ricevette il pallone a centrocampo, fece una discesa sulla fascia, poi incespicò e cadde al momento di crossare…. questa credo sia stata l’unica azione degna di nota del “nostro” nel campionato di serie A 1980/81.
    Dopo poche giornate Lido Vieri fu esonerato ed al suo posto venne chiamato l’ex ct della nazionale Mondino Fabbri, il primo rovinato dalla Corea, il quale dopo averlo osservato bene in allenamento portò “il fenomeno”, con interprete al seguito, in tribuna e gli disse: “che te ne pare? ci vedi bene da qui?”, da allora quello fu il suo posto in squadra. Neppure nei momenti di maggior crisi, e ce ne furono visto che la Pistoiese finì il campionato all’ultimo posto subendo ben 20 sconfitte, ebbe mai la tentazione di provare a rimetterlo in campo.
    Finito qui? Assolutamente no! Cercando Luis Silvio con Google si trovano diverse storie sul fatto che sia stato la bufala più grande tra i calciatori stranieri che abbiano mai giocato in Italia, e che una volta terminato il campionato sia tornato in Brasile a fare il barista oppure a vendere gelati allo stadio di Pistoia a seconda delle versioni.
    Tutto sbagliato! Luis Silvio l’anno successivo si trovava ancora a Pistoia, dopo aver rispedito la famigliola in Brasile si era trasferito, controvoglia, nella foresteria in via Curtatone e Montanara assieme ai ragazzi delle giovanili in quanto rifiutava di andarsene perché sosteneva di essere in credito con la società di un bel mucchietto di lire.
    Il braccio di ferro con il “faraone” andò avanti per quasi tutta la stagione successiva, fino a quando, oramai stufo accettò un biglietto di sola andata per Rio e se ne tornò al paesello suo, comunque, visto che a quei tempi con gli amici ci trovavamo spesso proprio di fronte alla suddetta foresteria, posso testimoniare che, nel periodo li passato, nonostante la saudade il nostro Luis continuò con successo a fare la cosa che gli riusciva meglio… spesso ci capitava di vedere il nostro eroe smarcarsi veloce sulla fascia ed imbucarsi nel portone con qualche nostra concittadina al traino…
    In internet è possibile trovare qualche pagina in portoghese che testimonia della carriera di Luis Silvio Danuello, il quale, dopo aver esordito nel Marilia Atletico Club, la squadra della sua città, ed aver vinto un campionato giovanile era stato acquistato dal Palmeiras e girato al Ponte Preta, squadra di prima divisione. Dopo la parentesi italica, tornato in Brazil, per un po’ di tempo se ne perdono le tracce, salvo poi ritrovarlo nel 1989 nel Sao Josè Esporte Clube come vice campione Paulista e nell’anno successivo, mi sembra di capire sia arrivato sempre secondo nel campionato del Paranà probabilmente con il Maringà.
    Nel complesso il sito “futebolinterior“ lo descrive come giocatore di media caratura, molto veloce e pericoloso in contropiede, che abbia imparato a correre oltre che a trombare come un riccio?

    bello ! :woot:
     
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  10. borntobeking
     
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    CITAZIONE (orange1985 @ 15/3/2010, 12:50)
    ma la società si fece rimborsare dall'allenatore in seconda per il più grosso bidone d'italia??

    non credo, Malavasi rimase ancora qualche anno a fare il vice a Pistoia, comunque la parte "brasiliana" è romanzata, non ho idea di cosa fece il buon Malavasi da quelle parti, quelle che ho riportato sono le voci sentite in giro nel corso degli anni, la cosa che credo sia abbastanza certa è che fu organizzata una amichevole taroccata per favorire Luis Silvio e il nostro vice abboccò.
    Il giocatore qui da noi fu un gran bidone ma tieni conto che arrivò in Italia che non aveva ancora compiuto 20 anni, in Brasile poi ha avuto una carriera normale, non un fenomeno ma ha fatto il professionista fino ai primi anni 90, avendo voglia di ricercare tra i siti di calcio brasiliani si trovano diverse notizie, qui da noi invece molti pensano che dopo Pistoia abbia smesso di giocare.
     
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    C'è solo la Pistoiese!

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    bhè....certo....magari avergli dato un altro anno di possibilità forse non l'avrebbre guastato!!io lo sento da te perchè non ero ancora nato!!! ;) ;) ;)
     
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10 replies since 26/5/2008, 20:51   391 views
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